Un luogo vicino ma isolato, dove pareti di calcare grigio svettano a picco sul rumore dell’acqua.
Con questo breve articolo vorrei presentare un luogo che ho iniziato a frequentare da qualche anno e che mi affascina molto, si tratta appunto della gola del Limarò.
La valle del Sarca, famosa per le sue pareti assolate di tutte le altezze e difficoltà, prende il nome dal fiume che la solca. Il Sarca a monte, dall’abitato di Sarche a quello di Ponte Arche, nelle valli Giudicarie esteriori, sprofonda in un vero e proprio Canyon, una forra lunga e tortuosa ai cui lati di si trovano le pareti che inevitabilmente attirano l’interesse del climber. Recentemente sono stati proposti degli itinerari di trekking fluviale e canyonig dove le guide alpine accompagnano gli escursionisti a visitare le zone più belle della forra.
A differenza delle gole del Verdon, qui per raggiungere le scalate non ci si cala dall’alto, perchè le pareti sono quasi tutte sul lato opposto della valle, quasi sotto l’abitato di Ranzo. Ci sono delle tracce del bosco, ripide ma brevi che portano al torrente, il cui guado rappresenta parte integrante dell’avventura data da un’ascensione nel Limarò. Una nota particolare del posto è che la strada statale, con varie gallerie, passa poche centinaia di metri sopra la gola, quindi l’accesso è sempre breve e relativamente comodo, però non c’è quasi mai anima viva. E’ raro che in dieci minuti di avvicinamento ci si possa calare in un’atmosfera isolata e avventurosa, quasi impossibile nel resto della valle del Sarca, e questa è forse la caratteristica più bella di questo luogo.
Le pareti
Ci sono circa sette pareti e solo sette vie complete (perlomeno di cui sono a conoscenza) più vari progetti e tentativi. La roccia è il calcare grigio della valle del Sarca con le sue stesse caratteristiche, a tratti incredibilmente compatto, a tratti erboso e friabile. Purtroppo mancano vie “facili”, le pareti sono ripide e le vie sono tutte piuttosto esigenti, dal punto di vista sia tecnico che psicologico. L’unica via sportiva è Welcome to Tijuana ed è di 6c+ obbligatorio, le altre sono tutte vie alpinistiche di serio ingaggio.
La storia alpinistica della gola del Limarò è breve e lacunosa. Molte pareti sono state già salite o tentate a partire dagli anni 80′. Una delle prime e tuttora più impegnative salite è il gran diedro della via Michele, aperto da Giampaolo Cazà (trota) e da Danny Zampiccoli, nell’88’. Di altre vie non si conoscono gli autori e ci sono vari tentativi dove sono state abbandonate corde fisse. Danilo Bonvecchio ha aperto una piccola e durissima falesia a destra di “welcome to Tijuana”. Le ultime realizzazzioni sono opera del sottoscritto e di vari amici.
Il potenziale inespresso della gola è molto vasto, sia dal punto di vista delle vie classiche che di quelle sportive.
Come arrivare
L’accesso in auto prevede di passare da Sarche o da Ponte Arche per imboccare la strada statale che collega i due paesi. In base all’itinerario che si vuole scalare si lascia l’auto in posti diversi e trovato il sentiero di accesso (non sempre è facile) si raggiunge il fiume e si guada sfruttando in alcuni casi corde fisse per arrivare ai piedi delle pareti. Salito l’itinerario generalmente ci si cala in corda doppia.
Per i dettagli vedere la relazione specifica della via cercando in RELAZIONI.
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