Come ultima gita di questa stagione patagonica ho accompagnato in montagna Anna e Marco, simpatica e appassionata coppia milanese, alla loro prima esperienza in Patagonia.
Il progetto iniziale era una traversata alpinistica di tre giorni bellissima quanto tecnica, la vuelta al Fitz Roy attraverso la bocchetta del Piergiorgio.
Purtroppo come spesso capita la meteo non era adatta per questo scopo: avendo a disposizione solo una giornata di meteo accettabile ho deciso di andare al Cerro Electrico, una montagna esposta a E e quindi relativamente riparata dal vento che si può salire in due giornate, una di avvicinamento e una per scalare e scendere.
Dopo un bivacco in tenda a quota 1500m siamo partiti all’alba e nonostante la neve non abbia rigelato come si deve durante la notte siamo riusciti comunque ad arrivare sui 2250m della cima verso le dieci del mattino. La salita prevede di risalire un bellissimo ghiacciaio aggirando le zone più crepacciate, in alto verso la vetta la pendenza aumenta fino a 50°, un pendio perfetto per le valanghe quindi ci manteniamo sui margini rocciosi di destra evitando la “pala” terminale. Un breve diedrino di misto e una paretina rocciosa porta sul cocuzzolo della vetta: piccolo per starci in tre e flagellato dal vento da ovest che ci colpisce in pieno. La vista sul gruppo del Fitz Roy è stupenda e ripaga i nostri sforzi, per me è la terza volta che accompagno dei clienti su questa cima ma non sono affatto annoiato, dal punto di vista dell’alpinismo classico penso che sia una delle più belle del gruppo, paragonabile alla salita della Presanella o del Tacul, ma senza rifugi o funivie!
Questo mese appena trascorso non è certo stato caratterizzato da buon clima: le giornate di meteo stabile per scalare sono state soltanto due, infatti nessun alpinista ha scalato le vette più importanti e le poche ascensioni a buon fine sono state sulle minori Guillamet, S e Poincenot. Io e Marcello siamo comunque contenti, con due vie alla Guillamet, un bel tentativo alla Marmoz e due volte al Cerro Electrico. El Chaltèn è sempre un posto che si ama o si odia, per fortuna noi ci troviamo bene e nei periodi di pause forzate godiamo della buona compagnia che offre, con nuovi amici che si conoscono di volta in volta, musica, falesia, trekking “estremo”, tanta buona carne e soprattutto cullando in sogno della scalata successiva, come sempre.
Per il prossimo anno penso che la mia disponibilità in Patagonia sarà indicativamente dal 5 al 25 gennaio. Alcune proposte: scalate tecniche TD /ED nel gruppo, Fitz Roy, via dei Ragni al Torre, traversata del cordon Adela, spedizione Mariano Moreno o Murallon parete Est, spedizione per via nuova al Cerro Burrachio, una montagna di ghiaccio in culo ai lupi. Ovviamente, masturbazione ideologica a parte, alla fine si fà sempre quello che la meteo permette di fare.
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